Lei non sa chi sono Io!
Occorre una bella dose di presunzione per dire lei non sa chi sono io. Innanzitutto perché si ritiene che appena sciorinate gradi, ruolo, curriculum, titolo di studio, stato di servizio, medaglie e benemerenze varie, non importa se acquisite strisciando o baciando là dove è più sporco, il vostro avversario del momento scatti sull'attenti e assuma un atteggiamento remissivo e deferente. Poi esiste un problema esistenziale. Ognuno di noi ha difficoltà a conoscere se stesso, gli riesce difficile raccapezzarsi tra gli opposti impulsi della propria coscienza e ridurre l'io diviso ad unità facilmente catalogabile. Sicché è ridicolo pretendere che un estraneo sappia chi siamo noi. Uno è giudice, avvocato, ingegnere, professore, operaio, ma può essere contemporaneamente un perfetto cafone. Il buonsenso e il galateo sconsigliavano di ricorrere all'espressione intimidatoria, ora ce lo impone la Cassazione grazie all'avvocato di Caltagirone Nicolò Vincenti, a cui è stata confermata una sanzione disciplinare dell'Ordine per aver insultato un'impiegata, poco incline ai convenevoli e indifferente alla sua autorevole presenza. Non solo le aveva detto lei non sa chi sono io, ma, non sapendo chi era lei, l'aveva apostrofata privandola del titolo di dottoressa.
1 Comments:
Infatti, teniamocela stretta finchè possiamo....
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