lunedì, febbraio 06, 2006

Gli indecisi? Una risorsa!

Gli indecisi sono una considerevole fetta della società. E sono una risorsa, pensate. La loro valorizzazione parte proprio dal modello consumistico basato sul profitto. Essi qui rappresentano la "fetta di mercato" da spingere all'acquisto di un bene ancorché di un altro. E sugli indecisi si polarizza il marketing e le campagne pubblicitarie. L'obiettivo è fidelizzare gli indecisi. L'incertezza, come caratteristica personologica, a prima vista appare un difetto. Così come il fluttuare tra una decisione ed un'altra, che non arriva mai o che è procrastinata nel tempo. Si può essere indecisi su tante cose e per mille ragioni. Chi non sa scegliere si ferma, per non sbagliare. Anche se talvolta, proprio per questo, sbaglia lo stesso. E' il caso, per esempio, di chi si innamora di due persone diverse, non sapendo per questo decidersi. Per questo talvolta si tira troppo la corda, sino a quando entrambi i pretendenti, stanchi del tira e molla, saluteranno togliendo il disturbo. Oppure di coloro i quali non sanno decidersi tra due paia di scarpe, entrambe attraenti, da acquistare. Aspettano, riflettono, sino a che non le trovano più. Vendute a qualcun altro più deciso di loro. Indecisioni in questo caso per motivi non troppo conflittuali, come nella storiella dell'asino di Buridano, affamato quanto assetato, che non sapeva scegliere se per primo mangiare o bere, pur avendo a disposizione fieno ed acqua. Nel dubbio morì. E non sapremo mai se … di fame o di sete. Qui c'è un conflitto molto soft, quello cosiddetto tra due tendenze appetitive, nel senso che c'è solo l'imbarazzo della scelta.
Anche se è proprio questa a terrorizzare l'indeciso. Si resta al palo per paura di sbagliare. O perché non si hanno le idee chiare su qualcosa o semplicemente perché quel qualcosa non interessa e può essere rimandato. L'indeciso spesso è anche superficiale, attento solo a soddisfare i bisogni primari. Altre volte si "incarta" riflettendo troppo. E' il caso degli iperproduttivi di tesi e idee. Sfaccettate, allargate, tortuose e per questo spesso senza una soluzione. Il pensar troppo e per di più con una modalità precipuamente introspettiva, non aiuta ad uscire dall'empasse. Il confronto può aiutare a scegliere, il soliloquio molto meno . Ed anche se si prende una decisione, questa può lasciare lo stesso molti dubbi, nei quali i confabulatori sovente si perdono, pentendosi di aver scelto quello anziché quell'altro.
Perché gli indecisi per le loro caratteristiche di pensiero, sono portati in genere a rammaricarsi, pentirsi, fare dietrologia e rimpiangere di non poter tornare indietro. Di fondo sono degli insoddisfatti a cui in fondo va bene crogiolarsi nel proprio dondolio cronico, perché la filosofia di vita "cosa fatta capo ha" a loro risulta indigesta, talmente si amano crogiolarsi nei punti interrogativi. L'indeciso, come si diceva prima, teme di sbagliare. Considera l'errore una iattura da scongiurare a tutti i costi. Qualcosa di insopportabile. Sbaglia ovviamente: l'errore è un tentativo non andato a buon fine di tentare un'azione qualsiasi. L'errore non va evitato per principio. Semmai è l'indecisione cronica a far vivere male.
Per esempio in campo educativo. Talvolta nel tentativo di non determinarsi per paura di una reazione dell'altro o semplicemente per non scontentarlo, vengono rimandate decisioni che, se prese al momento opportuno, potrebbero risolvere molti problemi diversamente poi difficili da affrontare. Molti errori pedagogici si basano sull'intempestività della lode o del rimprovero e le "cattive abitudini" nascono dal non aver saputo dare linee guida esplicite e decise. Ma è proprio il cosiddetto "partito degli indecisi", molto corposo, a far gola alla politica in prossimità delle elezioni. Gli indecisi vanno convinti, spostati dal limbo del dubbio al paradiso delle …certezze. E per far questo i vari schieramenti studiano le strategie medianiche più efficaci per far leva sull'indifferenza, a volte sul disinteresse totale al voto secondo il principio " l'uno o l'altro per me pari son".
In genere l'approccio in questi casi è emotivo. Si tenta di toccare le corde più irrazionali degli indecisi attraverso una suggestione, una promessa , persino motti di spirito o la simpatia suscitata dal candidato. Basta poco talvolta per posizionare percentualmente la massa di voti degli "indifferenti". Su ciò, a dimostrazione di quanto contino gli indecisi, si giocano le scommesse delle campagne elettorali. Altre volte per catturarli basta omaggiarli di qualcosa perché spesso in un indeciso si cela un qualunquista o un opportunista patentato. La cautela è certo una virtù. Così come la riflessione. Ma se l'una e l'altra si protraggono nel tempo compromettendo l'azione, rischiano di diventare caratteristiche che complicano la vita.

2 Comments:

Blogger Un Italiano Qualunque said...

Anche con me ce l'hanno molto dura! Ma ormai anche i Tg veicolano messaggi che vanno in un'altra direzione rispetto alla notizia nuda e cruda. Per non parlare, poi, del passaparola che rimane un mezzo efficacissimo per trasmettere un messaggio. Basta convincerne uno che a sua volta ne parlerà con altri... Insomma gli indecisi sono al centro dello studio di molti bravi "venditori" anche di fumo!

5:39 AM  
Anonymous Anonimo said...

temogli indecisi molto ma molto di più degli arrogantemente ultra-decisi !!!

5:54 AM  

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