mercoledì, febbraio 01, 2006

Signor No!

Obbedivo agli ordini: quante volte abbiamo sentito questa frase a sgravio di coscienza o come strategia giudiziaria difensiva per essere assolti da atti orrendi! Quante volte l'hanno ripetuto soldati, vigliaccamente trincerati dietro un'istanza superiore, per separare la propria responsabilità individuale dalla colpa collettiva! Obbedivo agli ordini... E sarebbe stato meglio, eticamente, disobbedire, pronunciare un no chiaro e netto, subendo vendette e ritorsioni. Per non essere complici del boia, per non assecondare manie persecutorie, per opporsi allo scatenarsi della crudeltà di massa. Se la società emargina la disobbedienza, a maggior ragione ogni esercito punisce l'insubordinazione. Ma se il soldato non è solo un automa per obbedire, combattere e uccidere, se è anche strumento di legittima difesa nazionale ed è usato come portatore di pace, ne consegue che è autorizzato a riflettere e valutare. L'ordine è giusto o no? Nell'esercito francese, nella Francia repubblicana e della Legione straniera, per la prima volta una norma consente ai militari di rifiutarsi di eseguire comandi che prevedano atti illegali. Un signor no che deve fare proseliti in ogni democrazia, per non giustificare nefandezze e liberare le coscienze. Dunque ribellarsi è giusto.