domenica, settembre 17, 2006

davvero una strana storia...

Se scavi dietro una storia esemplare trovi sempre delle crepe, delle piccole menzogne, dei minimi aggiustamenti, dei peccatucci di omissione... Tutto deve combaciare per non turbare lo schema dell'opposizione tra bene e male, tra vittima e aguzzino. Esemplare il caso di Natascha Kampusch, la bella diciottenne austriaca che ha trascorso otto lunghi anni in una cella sotto terra in balia di Wolfgang Pirkopolin, l'uomo che l'aveva rapita nel 1998. La vicenda, con la fuga e il suicidio del sequestratore, è diventata un affare per l'improvvisa celebrità con interviste, apparizioni televisive, proposte di film. La ragazza con la sua spigliatezza ha stupito eserciti di medici dello spirito che l'hanno visitata via etere... Ci si aspettava una persona sofferente e si è vista una ragazza piacente che sembrava stesse recitando male un ruolo tragico. Perciò non sorprende che, dopo una prima smentita, sia stata confermata un gita in montagna con rapitore a 150 chilometri da Vienna. Lei, non sapendo sciare, non ha fatto alcun tentativo di fuga, non ha invocato soccorso né ha scritto aiuto sulla parete del cesso alla cui porta sostava il vigile Wolfgang. Strano, molto strano! E comunque, stando sempre chiusa sotto terra, l'aria di montagna le ha fatto bene.