Moggi in TV, che scandalo!
Mentre in giro si fa un gran parlare di riscatto e palingenesi, di anno zero del calcio, e Guido Rossi nel suo gessato e la ministra Melandri in infradito spingono a calci il pallone del campionato più surreale a memoria d'annali, Luciano Moggi, il grande corruttore, punito (abbastanza?) dalla giustizia sportiva, ma tuttora in attesa di risolvere le sue vertenze penali, si riaffaccia da domani nella veste di opinionista sugli schermi di un network televisivo (lo si potrà vedere e sentire anche su Teletna), ospite fisso con ogni riguardo dovuto al personaggio.
Si compie anche per lui, si parva licet..., la parabola tipicamente italiana del malfattore, dell'immoralista, già di suo molto popolare, al quale una condanna acclarata, o anche la semplice attesa di giudizio, non fa che donare un'aureola di rispetto e d'alta degnazione.
Ci accade di vivere nel fantasioso Paese dove gli assassini di Aldo Moro e della sua scorta scrivono, stampano e pubblicamente dibattono autobiografie, più o meno autoassolutorie o autoflagellanti, in dispregio delle vedove, di figli e parenti ancora in vita. Ci accade di leggere su grandi quotidiani le ecumeniche moralità di un vezzeggiatissimo maestro del pensiero, più volte intervistato in cella, che dopo quindici sentenze la giustizia italiana considera ancora il mandante d'uno dei delitti più vili degli anni del terrore. E allora perché mai, di grazia, Moggi non dovrebbe pontificare in tivù? Dov'è lo scandalo?
Si compie anche per lui, si parva licet..., la parabola tipicamente italiana del malfattore, dell'immoralista, già di suo molto popolare, al quale una condanna acclarata, o anche la semplice attesa di giudizio, non fa che donare un'aureola di rispetto e d'alta degnazione.
Ci accade di vivere nel fantasioso Paese dove gli assassini di Aldo Moro e della sua scorta scrivono, stampano e pubblicamente dibattono autobiografie, più o meno autoassolutorie o autoflagellanti, in dispregio delle vedove, di figli e parenti ancora in vita. Ci accade di leggere su grandi quotidiani le ecumeniche moralità di un vezzeggiatissimo maestro del pensiero, più volte intervistato in cella, che dopo quindici sentenze la giustizia italiana considera ancora il mandante d'uno dei delitti più vili degli anni del terrore. E allora perché mai, di grazia, Moggi non dovrebbe pontificare in tivù? Dov'è lo scandalo?
2 Comments:
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E noi paghiamo il canone per pagare le sue spese processuali... Che schifo!
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