Berlusconi fa schifo?
Soppesiamo due insulti nel mondo della politica: «Berlusconi mi fa schifo» di Oliviero Diliberto, segretario del Pdci al governo, e «I colonnelli di Fini hanno le palle di velluto» di Daniela Santanché, deputata di Alleanza nazionale in dissidio con il capo, all'opposizione. Il primo risulta greve, anche perché pronunciato non in una riunione con compagni di partito plaudenti ma in un pubblico dibattito. Il secondo invece possiede una levità salottiera, tanto che ha aperto una simpatica discussione sulla consistenza o meglio, secondo l'allusione della signora, inconsistenza delle palle dei vari La Russa, Gasparri, Storace, Nania, sempre pronti a ripetere contrordine camerati. Di latta? Di vetro? Di velluto? Nessuno che ne abbia tre, per cui il capo fa ciò che vuole. La differenza per la riuscita di un insulto è tutta qui, nella capacità di rendere lieve qualsiasi volgarità con un guizzo di maliziosa ironia. Altrimenti l'invettiva risulta pesante, invece di librarsi in aria ricade sulla testa del mittente. Certo Diliberto può giustificarsi dicendo che appartiene alla metà di italiani i quali secondo il Cavaliere, votando a sinistra contro il loro interesse, sono dei coglioni. Una rozzezza però non ne giustifica un'altra. Meglio le delicate palle di velluto della Santanché.
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