giovedì, marzo 23, 2006
Giunge un momento nella vita in cui si desidera trasfondere negli altri tutto il sapere e l'abilità acquisiti perché nulla vada perduto di una ricca esperienza umana. Nel bene e nel male. Perciò Paul Calin, rumeno quarantottenne di Suharu Botosani, aveva trasformato la sua casa di Porto Viro in provincia di Rovigo in una vera e propria università per aspiranti dottori in scasso. La libera docenza l'aveva conquistata sul campo, ed è inutile dire che nel settore non valgono né raccomandazioni né favoritismi. Il professor Calin poteva vantare nei confronti dei suoi allievi, quasi tutti connazionali, un mandato di cattura per omicidio e rapina emesso dal tribunale di Bucarest. La polizia che l'ha arrestato ha anche troncato una promettente carriera accademica. Immaginiamo il calendario giornaliero delle lezioni. Ore nove: teoria generale sulla porta, i suoi misteri e le sue debolezze. Ore dieci: il piede di porco e il cacciavite, usi propri e impropri. Ore undici: ricreazione per ladri di merendine. Ore dodici: i miracoli del trapano manuale. Ore tredici: la resistenza di catenacci e serrature. Nelle ore notturne: applicazione pratica anche per mantenersi agli studi. Questo per la laurea breve. Le casseforti erano riservate al corso di specializzazione.
Il Professore delle rapine in villa
Giunge un momento nella vita in cui si desidera trasfondere negli altri tutto il sapere e l'abilità acquisiti perché nulla vada perduto di una ricca esperienza umana. Nel bene e nel male. Perciò Paul Calin, rumeno quarantottenne di Suharu Botosani, aveva trasformato la sua casa di Porto Viro in provincia di Rovigo in una vera e propria università per aspiranti dottori in scasso. La libera docenza l'aveva conquistata sul campo, ed è inutile dire che nel settore non valgono né raccomandazioni né favoritismi. Il professor Calin poteva vantare nei confronti dei suoi allievi, quasi tutti connazionali, un mandato di cattura per omicidio e rapina emesso dal tribunale di Bucarest. La polizia che l'ha arrestato ha anche troncato una promettente carriera accademica. Immaginiamo il calendario giornaliero delle lezioni. Ore nove: teoria generale sulla porta, i suoi misteri e le sue debolezze. Ore dieci: il piede di porco e il cacciavite, usi propri e impropri. Ore undici: ricreazione per ladri di merendine. Ore dodici: i miracoli del trapano manuale. Ore tredici: la resistenza di catenacci e serrature. Nelle ore notturne: applicazione pratica anche per mantenersi agli studi. Questo per la laurea breve. Le casseforti erano riservate al corso di specializzazione.
sabato, marzo 18, 2006
le cinquantenni assatanate
C'è modo e modo di rifarsi una verginità. In politica, in affari, per puro diletto. Ci provano in tante, nessuna ci riesce ma i risultati dei tentativi non sono mai gli stessi. Prendiamo Lucia Annunziata e la sua intervista a Berlusconi: ha fatto arrabbiare anche chi in politica la pensa come lei. Prendiamo la figlia di Wanna Marchi, Stefania Nobile, neocondannata per truffa e neopornoattrice: stendiamo un pelo vietoso. E poi prendiamo Sharon Stone. Gnocca spaziale ieri e oggi, torna a interpretare quella Catherine Tramell che nel primo Basic Istinct interpretò l'accavallamento di gambe più moviolata della storia del cinema. La scena che l'ha lanciata e resa miliardaria. L'unica che di lei ancora si ricorda, nonostante abbia girato una quarantina di film. Sono passati quattordici anni, la signora Stone adesso ha cinquant'anni (quarantotto, prego) e torna in quel ruolo più assatanata di prima. La signora gira il mondo parlando di sesso e ripetendo quanto le piace, quanti anni deve avere l'amante perfetto (in un emisfero dice che dev'essere molto giovane, nell'altro dice che dev'essere cinquantenne) e parla, parla, parla... Lo fa così bene da essere più credibile nelle conferenze stampa che sul grande schermo, ma il bisturi e l'età non contano: l'ostentazione ha proprio stufato. Sono passati giusto 50 anni da quando Lauren Bacall mordicchiava i lobi di Gregory Peck nella Donna del destino. Ed era meglio Lauren Bacall.
venerdì, marzo 10, 2006
la giacca anche con il gelo, ma si andrà oltre
Acuti osservatori di costume hanno notato che i leader politici italiani non portano quasi mai il cappotto nelle occasioni pubbliche. Anche nelle giornate più rigide, il cappotto resta nell'auto di servizio custodito dall'autista. Con ciò il politico guadagna in scioltezza di movimenti e sottolinea al tempo stesso una certa frequentazione con gli status simbol del potere. Una corrente di pensiero della scuola politica anglosassone (e non è cosa da poco) sostiene invece che il politico che vuole ottenere il consenso deve mostrarsi il più possibile simile ai suoi elettori per stile di vita. Abbigliamento compreso. Nessuna sorpresa, dunque, se vedremo candidati fare campagna elettorale in mutande.
giovedì, marzo 09, 2006
Ma quale parità...
Dove siete madame Segolene Royal e Frau Angela Merkel? Ma che domanda! Sono in Francia e Germania, l'una socialista che aspira con buone possibilità alla candidatura alla presidenza della Repubblica, mentre l'altra ha già raggiunto il traguardo: Cancelliera, per la prima volta nella storia, alla guida del governo tedesco. E in Italia? E le quote rosa? La coincidenza della festa dell'Otto marzo e la presentazione delle liste elettorali ha acceso una polemicuccia tra Stefania Prestigiacomo, ministra alle Pari opportunità di Forza Italia, e Barbara Pollastrini, della segreteria Ds, su chi ha più meriti per rendere più rosa il prossimo Parlamento. Numeri e percentuali dicono poco. Si capisce di più dalle posizioni in lista o dalle motivazioni. Innanzitutto l'Italia è fondata sulla famiglia, perciò dove è Caio deve stare Caia, principio coniugale rispettato da Fassino che candida la moglie Anna Serafini. In An per un Enzo Trantino che esce una figlia che entra. Infine le vedove, ripagate con un posto in lista per il loro tragico destino: da Rosa Calipari nei Ds alla moglie di Luca Coscioni nella Rosa nel pugno. La furbizia più raffinata consiste nel candidare le donne ma in fondo alle liste affinché non siano elette. Le quote rosa non sono nocive per i maschi.
giovedì, marzo 02, 2006
Lifting, spartiacque della laicità
Non avrai altro naso all'infuori del tuo. Soprattutto se hai meno di trent'anni e non puoi dimostrare un disagio psichico profondo derivante dal difetto fisico. La chirurgia estetica affonda il bisturi nell'etica e i medici chiamati recentemente a convegno a Roma dall'Opus Dei hanno ristretto il campo delle opzioni previste per la laicità vanitosa. Nasi, seni, labbra, liposuzione, tutto è stato passato al setaccio, valutato e rimesso all'attenzione del buon cattolico sotto forma di elenco degli interventi ammessi, che sarebbero quelli che rafforzano l'immagine esistente senza costruirne una artificiale. Il convegno è stato aggiornato. Prevista una sessione straordinaria per il caso Michael Jackson.