sabato, gennaio 28, 2006

i paradossi italici

Che hanno in comune Mastro don Gesualdo e Francesco Cassano? Un personaggio fittizio dell'Ottocento, inventato dallo scrittore catanese Giovanni Verga, e un idolo dei tifosi di calcio? Ce lo spiega il presidente dell'Eurispes Gian Maria Fara: i due rappresentano lo spreco della potenzialità e del genio italico. Mastro don Gesualdo è preso a simbolo dell'accumulazione della robba, della pura avidità e dell'incapacità di rendere durevole la sua ricchezza, di mutarsi da semplice muratore arricchito in capostipite di una dinastia industriale. Bisogna dire però, a onor del vero, che sul personaggio si sfogano tutte le frustrazioni, le gelosie e le diffidenze di classe dell'aristocratico Verga che lo condanna al fallimento. E' come se un membro della famiglia Agnelli dovesse scrivere la storia dell'immobiliarista Ricucci: odontotecnico, accumulazione di capitali, promozione sociale attraverso il matrimonio con Anna Falchi, tentativo di entrare nei salotti buoni della finanza, caduta come punizione per l'ambizione e l'orgoglio. Riguardo a Cassano, è un segno di tempi grami se un giovanotto sregolato, di nient'altro esperto che di calci ad un pallone, assurga ad esempio di talento sprecato in una nazione ricca di cultura come l'Italia. Non fatemi ridere.

giovedì, gennaio 26, 2006

ma quali litinisti!!

"I latinisti del Papa battono la fiacca", annotano maliziosamente i primi commenti sulla pubblicazione posticipata della prima enciclica benedettina (a un mese dalla sua data di stesura). Ai traduttori di re Tolomeo, nel III sec.a.C., bastarono due mesi e mezzo per volgere dall'ebraico in greco tutta Bibbia ma i dragomanni moderni si sono presi un mese per volgere dal tedesco nelle lingue moderne, e in latino, il testo. E non sono solo fiacchi: arrancano alla meno peggio nell'impervia fatica di rendere nella lingua ufficiale del Vaticano il testo che resterà conservato negli atti accanto alle Clementine e alle Gregoriane che hanno fatto la storia. Un latino da liceali, con qualche errore.
Al secondo capoverso dello storico documento i i traduttori scrivono «Haec primae epistulae voces singulari perspicuitate fidei centrum aperiunt»: e anche i ragazzini appena entrati al ginnasio sanno che haec è neutro e voces è femminile e dunque si deve scrivere "hae". Una svista certo. Ma nessuno rivede un testo che già è entrato nella storia? E in trenta giorni dove avevano la testa questi santi latinisti dell'unico stato del mondo dove la lingua ufficiale è il latino? Il testo che abbiamo sott'occhio è quello divulgato su internet. Forse l'errore sfuggito agli elettronici correctores plagularum ("correttori di bozze") è stato colto da quelli della carta stampata. In ogni caso questo refuso è facile da riparare, ma la prosaica versione di Grundentschied ("scelta esistenziale") con electionem praecipuam, resterà per secoli ad perpetuam memoriam: della loro fiacca, si intende.

mercoledì, gennaio 25, 2006

La sindrome doloo shopping

È entrata nell'autogrill «La Macchia», sull'A1, in territorio di Anagni, e in preda alla sindrome da shopping ha speso in meno di due ore oltre 4000 euro. Fermata dalla polizia è stata accompagnata in ospedale: «Polizia, ospedale, ma da quando in qua è reato fare shopping? Ora mi cerco un avvocato, e lei, dottore faccia lo stesso perché la querelo. Quando sto male, spendere denaro mi aiuta a sentirmi meglio. Tutta questa confusione solo perché ho finito il denaro. Che tristezza!», avrebbe commentato.
Protagonista dell'episodio, iniziato lunedì sera e conclusosi ieri mattina intorno alle dieci, una giovane avvocatessa di Caserta. La donna affetta dalla sindrome d'acquisto compulsivo ha arraffato dagli scaffali dvd, cd, libri, sigarette, salumi e cioccolate varie. Finiti i soldi liquidi è passata alla carta di credito. Ed è stato proprio quando la carta ha raggiunto il tetto massimo di copertura che è andata nel pallone totale: «Adesso torno, adesso torno. Non toccate nulla. Questa è tutta roba mia. Vado a prendere i soldi in banca e sono presto qui per saldare il conto. Non togliete la roba dalla cassa perché poi debbo ricominciare da capo a cercare tutto quello che mi serve».
Secondo quanto raccontato dai genitori, la ragazza ha trascorso tre giorni in un albergo di Fiuggi in compagnia di un magistrato. Per motivi di lavoro si sono separati l'altra sera. Lei, l'avvenente casertana, si è fermata all'area di servizio «La Macchia» per un caffè. «Ha iniziato a guardarsi intorno e ha cominciato a togliere numerosa merce dagli scaffali – hanno raccontato alcuni presenti all'interno dell'esercizio commerciale –. Ma non rubava gli oggetti in vendita. Li poggiava alla cassa e cominciava di nuovo il giro. Quando ha finito i soldi liquidi è passata alla carta di credito. Ma quando non c'era più disponibilità è stata investita dall'ansia. Sudava e non vedeva l'ora di avere tra le mani nuovamente un bel gruzzolo di soldi da spendere».
Ad avvisare la polizia è stato il cassiere quando ha capito che la donna aveva qualche problema. Dall'ospedale è stata avvisata la famiglia della professionista. La madre al telefono ha confessato ai sanitari: «Mia figlia soffre di turbe maniacali. Quando ha le crisi dà fondo a tutti i suoi averi. Sono tre giorni che è fuori casa e che non prende farmaci».
La sindrome da shopping o da acquisto compulsivo è una dipendenza comportamentale che colpisce soprattutto donne – circa il 2-3 % delle donne italiane – soprattutto quelle giovani, fra i 20 e i 35 anni. Si manifesta «con abbuffate di oggetti – spiega lo psichiatra Tonino Cantelmi – che hanno lo scopo di soddisfare noi stessi attraverso il riempimento». Esistono due percorsi di cura: uno psichiatrico, a base di farmaci, l'altro basato sulla psicoterapia.

martedì, gennaio 24, 2006

il Frate maniaco!

Padre Fedele Bisceglia, cappuccino di 69 anni di Cosenza, soleva ripetere che più si va all'inferno più si conosce il paradiso. La frase intendeva giustificare l'amicizia equivoca tra il frate e la pornostar Luana Borgia, contrassegnata da generose donazioni con soldi guadagnati con il sacrificio della carne e culminata in una trionfale quanto spettacolare conversione della peccatrice. Uno dei tanti successi di padre Fedele impegnato per i bimbi affamati dell'Africa, animatore di un'Oasi francescana in cui si offre ricovero a ex detenuti, ragazze madri, ex prostitute ed extracomunitari, nonché capo degli ultrà della squadra di calcio del Cosenza. In tutto ciò che era degradazione sociale e morale gettava il seme della redenzione, acquistando punti per la salvezza eterna, propria e altrui. Ora però dobbiamo fare i conti con un altro significato, per nulla mistico, di questa instancabile ricerca del paradiso: più si sprofonda nella lussuria più si assapora la vera beatitudine. Una scelta epicurea che ha fruttato a padre Fedele non solo estasi carnali ma anche un bel paio di manette per violenza sessuale, anche di gruppo. E' stato denunciato da una suora che più era costretta alle fiamme dell'inferno più si sentiva ingannata e trascinata lontana dal paradiso.

sabato, gennaio 21, 2006

una balena nel Tamigi...

Come gli animali fantastici della magizoologia di Harry Potter, una magnifica creatura venuta da chissà dove ha acceso la fantasia dei babbani metropolitani di Londra. Si chiama Iperodonte Boreale ed è più piccolo di una balena e più grande di un delfino. Un po' come Fierobecco che sembra un ippogrifo ma non lo è, o come lo Schiopodo Sparacoda che altro non è se non un semplice incrocio tra una Manticora e un Fiammagranchio. Ma il nostro iperodonte boreale, che per comodità chiameremo Balfino, non è una creatura di fantasia: incrocia per davvero le infide acque del Tamigi e ha già catturato l'attenzione del mondo intero cioè di chi ieri ha visto i telegiornali. Dicono che il fiume è molto più pulito rispetto a qualche anno fa, ma il Balfino rischia la pelle lo stesso: vuoi per la bassa profondità, vuoi per i mille perigli e le duemila imbarcazioni che incrociano le stesse acque. Senza contare un altro tipico fattore metropolitano: recenti analisi hanno accertato che attraverso gli scarichi fognari finiscono nel Tamigi circa due chili di cocaina ogni giorno. Il Balfino venuto da chissà dove potrebbe salvarsi ed è quello che tutti ci auguriamo, ma non è detto. Quel che è certo, com'è da poco accaduto per un falco a Manhattan, è il nostro insano e morboso interesse. S'accende solo quando la Natura ci ricorda d'esistere oppure quando un Gatto si mette gli Stivali.

mercoledì, gennaio 18, 2006

Il pappagallo spione!

Quando Chris, il padrone, era al lavoro la sua amichetta Suzy riceveva l'amante Gary e si scioglieva in coccole sul divano e frasi sdolcinate. Lui, Ziggy, il pappagallo di casa, quella tipa lì non l'aveva mai potuta digerire, e allora ha cominciato a ripetere il nome dell'altro condito da paroline dolci fino a che Chris non si è insospettito, ha scoperto la tresca e ha cacciato fuori di casa la fedifraga smascherata e rea confessa.
Il fatto è rigorosamente vero ed è accaduto a Londra. Altrettanto vero è che non c'è riconoscenza a questo mondo: Chris, infatti, si è sbarazzato anche del povero Ziggy. «Lui mi ricordava troppo quel che era successo» ha detto per giustificarsi il tradito. Come dire che gli pesavano le corna e voleva dimenticare. E così magari Ziggy la prossima volta si farà i fatti suoi e imparerà a tenere il becco chiuso. In fondo ci si guadagna sempre.
A Napoli raccontano la storiella di una signora che voleva comprarsi un pappagallo in un negozio: uno costava dieci milioni perchè parlava otto lingue, un altro venti milioni perché sapeva anche far di conti. Un terzo, piuttosto spelacchiato, addirittura trenta milioni: «Ma che sa fare per valere tanto?», chiese la donna. La risposta del commerciante fu: «Questo non lo so, lui sta sempre zitto, però gli altri due lo chiamano u prufissuri...».
Un bel silenzio, un bel tacer, insomma, spesso non hanno prezzo.

lunedì, gennaio 16, 2006

Beppe Grillo su D'Alema

Non pago di averne sollecitato la «sepoltura» politica, Beppe Grillo torna all'assalto di Massimo D'Alema. Lo spunto è offerto dalle rievocazioni della scalata a Telecom proposte dalla stampa in relazione agli sviluppi di Finanziopoli e dei suoi protagonisti (in parte coincidenti con quelli della «madre di tutte le Opa») e dei 50 milioni ottenuti dal presidente dell'Unipol Giovanni Consorte per consulenze sulla vicenda Telecom.
Nell'ultimo messaggio pubblicato sul frequentatissimo diario on-line del comico genovese, il presidente Ds è direttamente chiamato in causa solo alla fine, ma la sua ombra è ben visibile sin dall'incipit. «Ho deciso - scrive Grillo - di fare il capitano coraggioso, quello, che se un presidente del Consiglio gli offre una grande azienda statale, la compra a debito con i soldi delle banche. Il debito poi lo scarica sulla società e, in seguito, se la vende, ci fa pure i soldi, la plusvalenza. Io il coraggio ce l'ho e chiedo a questo governo di vendermi la sua quota nell'Eni e a Banca Intesa, Unicredit e San Paolo Imi di prestarmi i soldi. Non possono dirmi di no. Lo fanno tutti. Lo hanno fatto i capitani coraggiosi con la vendita di Telecom Italia, lo ha fatto il tronchetto con la ri-vendita di Telecom Italia. Perché io no?».
Grillo prosegue notando che «l'Italia è una terra di navigatori, santi e altre cose che non mi ricordo, ma anche di capitalisti senza capitali come ha scritto Newsweek. Capitalisti con le pezze al culo che comprano le società indebitandole, che per rientrare del debito non fanno investimenti, che pensano solo al valore puntuale dell'azione in borsa, che vendono a pezzi la società per fare i risultati e alla fine, quando ci hanno guadagnato abbastanza, passano la mano».
«Ebbene, io credo di essere capace di fare il capitano coraggioso senza alcun problema. Mi manca solo - conclude velenosamente Grillo - un dalemino».
E sulle controverse cene sbandierate dal premier interviene Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord: «Giancarlo Elia Valori oggi esclude che il colloquio fra D'Alema e Bernheim abbia avuto per oggetto la scalata Unipol a Bnl, ma non è certo in grado di smentire che uno storico incontro fra D'Alema e Cuccia in casa sua ebbe per oggetto l'Opa su Telecom...».
«Sarebbe ora interessante - aggiunge - conoscere da D'Alema l'oggetto del più recente incontro a porte chiuse con Bernheim e Valori. Se non dell'Opa Unipol su Bnl di cosa ha parlato in casa di Valori con l'alto rappresentante della finanza mondiale? Forse di vela?...».

sabato, gennaio 14, 2006

Lei non sa chi sono Io!

Occorre una bella dose di presunzione per dire lei non sa chi sono io. Innanzitutto perché si ritiene che appena sciorinate gradi, ruolo, curriculum, titolo di studio, stato di servizio, medaglie e benemerenze varie, non importa se acquisite strisciando o baciando là dove è più sporco, il vostro avversario del momento scatti sull'attenti e assuma un atteggiamento remissivo e deferente. Poi esiste un problema esistenziale. Ognuno di noi ha difficoltà a conoscere se stesso, gli riesce difficile raccapezzarsi tra gli opposti impulsi della propria coscienza e ridurre l'io diviso ad unità facilmente catalogabile. Sicché è ridicolo pretendere che un estraneo sappia chi siamo noi. Uno è giudice, avvocato, ingegnere, professore, operaio, ma può essere contemporaneamente un perfetto cafone. Il buonsenso e il galateo sconsigliavano di ricorrere all'espressione intimidatoria, ora ce lo impone la Cassazione grazie all'avvocato di Caltagirone Nicolò Vincenti, a cui è stata confermata una sanzione disciplinare dell'Ordine per aver insultato un'impiegata, poco incline ai convenevoli e indifferente alla sua autorevole presenza. Non solo le aveva detto lei non sa chi sono io, ma, non sapendo chi era lei, l'aveva apostrofata privandola del titolo di dottoressa.

venerdì, gennaio 13, 2006

non tutti i chili vengono per nuocere

Non è detto che l'obesità sia un problema così grave, almeno per gli uomini. Se infatti la bilancia «pesa troppo» prima dei 20 anni, si è meno a rischio di suicidio in età adulta. A sostenerlo è uno studio condotto dai ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma, in collaborazione con colleghi britannici, e pubblicato sull'American Journal of Epidemiology. Gli studiosi, avvalendosi del registro militare svedese, hanno passato in rassegna l'indice di massa corporea di circa 1,3 milioni di uomini e, 31 anni più tardi, hanno controllato se erano ancora in vita e, in caso di decesso, la causa che ne aveva determinato la morte. Così ne è emerso che, al contrario di quanto sembra avvenire per le donne, ogni 5 punti «guadagnati» dall'indice di massa corporea (dato che segnala il rapporto tra peso e altezza) il rischio di suicidio diminuiva negli uomini di ben il 15%. «Nonostante la discriminazione sociale di cui sono vittime gli uomini grassi - sottolinea Finn Rasmussen, del Karolinska Institute - sembra esserci un meccanismo biologico in grado di proteggerli» da una depressione pericolosa, che può rappresentare la causa di suicidio. Contro la depressione, però, l'esperto raccomanda di non mettere in campo abbuffate per guadagnare chili: «Gli effetti negativi - ricorda - sono molteplici», tra questi diabete, cancro e problemi cardiocircolatori.

lunedì, gennaio 09, 2006

Requiem per il cinema nelle sale I film sul piccolo schermo: il pc

Come gli appassionati di nuove tecnologie già sapranno, da qualche giorno è possibile scaricare gratuitamente dal sito della Sony Pictures i trailer di parecchi film per poi vederli su dispositivi come la Psp (playstation portatile) e l'IPod.
Che gusto ci si può mai provare a vedere un trailer, già di per sé non particolarmente significativo, su schermi minuscoli come appunto quelli della Psp e dell'IPod?
Domanda, bisogna ammetterlo, fuori tempo e fuori luogo. E tutti noi a cui è venuto spontaneo farla, forse dovremmo riflettere sul nostro rapporto con il presente e con la realtà che ci circonda. Presto infatti non saranno solo i trailer ma i film interi a poter essere scaricati. E già ora molti titoli sono disponibili nel piccolo formato Umd (se ne è parlato tempo fa in questa rubrica) nato apposta per poter essere visto sui dispositivi portatili
"La gente ha scelto il piccolissimo schermo" ha dichiarato infatti a Repubblica il direttore generale della Sony italiana, Fabrizio Ferrucci, "e il prossimo passo sarà lo streaming, ovvero la possibilità di vedere i film on line senza doverli scaricare".
Per la verità, Ferrucci ha anche parlato di "diffusione dei nostri prodotti in modo che la gente li possa vedere dove vuole, nelle sale, in tv, nei Dvd, attraverso Internet o i portatili", ma era prevedibile che le sue parole suonassero essenzialmente come un decreto di morte per il cinema nelle sale.
E così le hanno interpretate quelli che a Ferrucci hanno risposto, da Paolo Pozzi presidente dell'Unidim (associazione dei distributori cinematografici) a Carlo Bernaschi vicepresidente dell'Anica (associazione dei produttori e dei gestori di sale cinematografiche) a Paolo Protti presidente dell'Anec (associazione esercenti cinema).
La polemica che ne è nata ha quindi assunto dei caratteri tecnici relativi al valore delle sale come miglior vetrina per i nuovi film, all'intervallo di tempo prima dell'uscita su altri mezzi o viceversa alla possibile uscita in contemporanea nelle sale e su tutti gli altri mezzi a disposizione.
Già, i mezzi. E' riguardo ai mezzi che gli addetti ai lavori si stanno accapigliando. Perché quello che cambia, nel modo in cui noi tutti entreremo in rapporto con ogni singolo film, per il momento sembra riguardare solo il mezzo attraverso il quale questo rapporto avviene.
Come dimenticare però la celebre affermazione di Marshall McLuhan, il grande studioso americano dei media? Che "il mezzo è il messaggio" McLuhan lo disse nel 1967.
E allora oggi possiamo ben domandarci se un mezzo come il piccolissimo schermo, adatto soprattutto al cinema d'azione e al cinema comico nonché ai cartoni animati e ai videogiochi, finirà con l'indirizzare sempre più verso questo tipo di gusto anche la produzione dei film.
Che ne sarà, a quel punto, del cinema di qualità? Del cinema cioè che racconta storie a un pubblico di persone adulte e mature, e che dovrebbe costituire l'ossatura di una sana industria cinematografica? Possiamo provare a immaginarlo. Gli autori dovranno combattere per poterlo fare ancor più di quanto non combattano adesso.
E gli spettatori che amano quel tipo di cinema continueranno a considerare le sale come luoghi tutt'altro che obsoleti.

novità tecnologiche




Le riunioni di condominio per vedere tutti insieme «IlMusichiere» di MarioRiva? Roba da archeologia. Baudo e Bongiorno alle prime armi televisive? Roba sbiadita come il bianco e nero dello sbarco sulla Luna. E poi: il televisore wide screen, il telefonino Umts, il cinema multisala. Il futuro tecnologico brucia tutto nello spazio di un mattino. Jules Verne e Stanley Kubrick sono roba da ridere. Basta fare un giro al Consumer Electronic Show di LasVegas per rendersi conto che, in tema di comunicazione, la realtà ha superato di gran lunga la fantasia. Il caso più eclatante, pericoloso sintomo dell'individualismo esasperato ed esasperante dei nostri tempi, è l'Eyebud 800. Si tratta di un «occhiale tv» in grado di offrire una visione equivalente a quella di un megaschermo da 103 pollici. Il tutto, ovviamente, solo per i nostri occhi. A casa, in treno, in ufficio (in auto lo sconsigliamo, almeno a chi guida), sarà possibile godersi un bel film collegandosi al proprio lettore dvd. E senza disturbare i vicini. Ma per pochi spiccioli, potrete portarvi a casa anche un vero televisore al plasma da 103 pollici. Certo, ci vuole una stanza quasi quanto un cinema, ma ci sarà più piacere anche ad approfittare dei servizi di vendita on line di tv show (da «Csi» a «Star Trek») scegliendo la puntata che più vi aggrada. Mentre sul piano della telefonia, l'ultimo arrivato è il cellulare HighDefinition Speed Pocket: macchina fotografica da 1,3 milioni di pixel, audio e video streaming, e la possibilità di organizzare vere e proprie videoconferenze. Che stavolta faccia davvero anche il caffè?

novità tecnologiche




Le riunioni di condominio per vedere tutti insieme «IlMusichiere» di MarioRiva? Roba da archeologia. Baudo e Bongiorno alle prime armi televisive? Roba sbiadita come il bianco e nero dello sbarco sulla Luna. E poi: il televisore wide screen, il telefonino Umts, il cinema multisala. Il futuro tecnologico brucia tutto nello spazio di un mattino. Jules Verne e Stanley Kubrick sono roba da ridere. Basta fare un giro al Consumer Electronic Show di LasVegas per rendersi conto che, in tema di comunicazione, la realtà ha superato di gran lunga la fantasia. Il caso più eclatante, pericoloso sintomo dell'individualismo esasperato ed esasperante dei nostri tempi, è l'Eyebud 800. Si tratta di un «occhiale tv» in grado di offrire una visione equivalente a quella di un megaschermo da 103 pollici. Il tutto, ovviamente, solo per i nostri occhi. A casa, in treno, in ufficio (in auto lo sconsigliamo, almeno a chi guida), sarà possibile godersi un bel film collegandosi al proprio lettore dvd. E senza disturbare i vicini. Ma per pochi spiccioli, potrete portarvi a casa anche un vero televisore al plasma da 103 pollici. Certo, ci vuole una stanza quasi quanto un cinema, ma ci sarà più piacere anche ad approfittare dei servizi di vendita on line di tv show (da «Csi» a «Star Trek») scegliendo la puntata che più vi aggrada. Mentre sul piano della telefonia, l'ultimo arrivato è il cellulare HighDefinition Speed Pocket: macchina fotografica da 1,3 milioni di pixel, audio e video streaming, e la possibilità di organizzare vere e proprie videoconferenze. Che stavolta faccia davvero anche il caffè?

domenica, gennaio 08, 2006

viaggio-incubo

Ancona. Più che un'odissea è stato un incubo per circa 3.500 «dannati», passeggeri di ben 8 treni, vittime del guasto all'Intercity Crotone-Milano rimasto bloccato alle porte di Loreto per la rottura di un carrello che ha provocato lo sviamento delle prime due vetture. Un incidente che ha avuto ricadute su tutto il traffico ferroviario - la linea è stata interrotta - e che poteva trasformarsi in tragedia.
È accaduto l'altra notte intorno alle 3,40: già nelle precedenti tratte, a San Benedetto del Tronto e a Civitanova Marche, dove c'era stata una prima verifica, il macchinista si era accorto di problemi al carrello (surriscaldamento e perdita d'olio) della prima carrozza del vagone letto. Per questo viaggiava a velocità ridotta (30 km. orari) sperando di arrivare ad Ancona, la stazione più attrezzata per far fronte all'imprevisto.
A circa 600 metri dalla stazione di Loreto, dove l'Intercity era solo in transito, il guasto, che ha costretto il treno a retrocedere fino a Porto Recanati. I passeggeri del vagone hanno sentito dei sobbalzi ma non si sono accorti dello sviamento, e non ci sono stati feriti. I problemi sono cominciati dopo, con treni diretti a nord e a sud bloccati, i passeggeri smistati sui pullman, attese estenuanti nelle sale delle stazioni, atri affollati e stipati di bagagli.
Le lamentele più comuni hanno riguardato la mancanza di assistenza, da parte del personale ferroviario e dei volontari (la Protezione civile delle Marche, d'altra parte, era stata avvisata intorno alle 7), il freddo patito, le condizioni igieniche delle toilette, pietose a causa della mancanza d'acqua. Tra i «disperati», molti di ritorno dalle vacanze, una coppia di Foggia in viaggio per quasi 24 ore con bimbi piccoli e una neonata di due mesi, una ragazza costretta a rimandare il ricovero in ospedale, anziani, disabili in carrozzina, una studentessa che ha dovuto saltare un esame.
«Nessuno ci ha dato informazioni o assistenza - ha detto Domenico Negro, che si trovava sull'Intercity - non c'era coordinamento dei soccorsi. Alleviare i disagi doveva essere una priorità. Per fortuna sono partito un giorno prima di riprendere il lavoro». Le proteste non sono degenerate, ma non sono mancati mugugni e applausi ironici alla partenza, ormai con diverse ore di ritardo, dei convogli. Trenitalia, dal canto suo, in mattinata ha predisposto punti di ristoro ad Ancona e Pescara e fornito bevande e cibi a proprie spese nei bar delle stazioni.
La situazione ha cominciato a sbloccarsi intorno alle 11, quando è stato riaperto il binario dispari; quello pari, su cui è avvenuto l'incidente, che ha provocato danni alle traversine per circa 150 metri, sarà ripristinato probabilmente entro oggi, anche perchè da domani potrebbe scattare l'emergenza per i pendolari.
La Polfer, intanto, ha fatto un sopralluogo con i tecnici della Scientifica, ha ascoltato il personale delle ferrovie e inviato un'informativa alla Procura di Ancona.
Immediate le polemiche: «Trenitalia non ci fa mancare nulla», ironizza Telefono Blu Sos Consumatori, «dopo zecche e topi, dopo aver tolto dal traffico oltre 500 vagoni e lasciato a piedi e in ritardo migliaia di viaggiatori a dicembre». Per l'on. Renzo Lusetti (Dl) è «l'ennesimo disservizio degli ultimi giorni delle Ferrovie, che impone una sola scelta, mandare a casa i vertici dell'ente». Ci scherza su il Movimento difesa del cittadino della Puglia, chiedendo tra l'altro più controlli su mezzi e materiale rotabile: «Dobbiamo ringraziare la Madonna di Loreto se non è successo niente ai passeggeri».

sabato, gennaio 07, 2006

Paul Newman e lady totti

Paul Newman sarà il superospite del festival di Sanremo. È quanto anticipato dal settimanale «Tv Sorrisi e Canzoni». Newman dovrebbe partecipare alla serata finale del 4 marzo. Sempre secondo il settimanale il conduttore del Festival, Giorgio Panariello, avrebbe trovato anche la sua seconda partner. Dopo Victoria Cabello, volto di Mtv e inviata delle Jene di Italia 1, il comico toscano avrebbe arruolato Ilary Blasi, ex velina e ora signora Totti. Non saranno le uniche presenze femminile al Festival. Ogni sera quattro modelle italiane farebbero da madrine alle quattro categorie dei cantanti in gara: uomini, donne, gruppi e giovani. In totale, gli artisti che calcheranno il palco dell'Ariston saranno 30: 18 big (fra questi certi i nomi di Noa e Carlo Fava, Nomadi, Gianluca Grignani, Alex Britti, Anna Oxa, Dolcenera) e 12 giovani. La lista ufficiale delle partecipazione sarà resa nota lunedì 9 gennaio

venerdì, gennaio 06, 2006

Un milione di tonnellate di biodisel dai campi

Dalle coltivazioni agricole nazionali è possibile produrre un milione di tonnellate di combustibile capace di ridurre la dipendenza energetica dall'estero, dipendenza che la recente crisi del gas e il conseguente caro-petrolio hanno reso ancora più pericolosa. È quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che nel 2006 si concluderà la raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare per produrre un milione di tonnellate di biocarburanti dalle coltivazioni agricole nazionali e ridurre la dipendenza del petrolio. Contro le ricorrenti crisi energetiche – sottolinea la Coldiretti – è necessario investire in energie alternative come i biocarburanti ottenuti da coltivazioni di cereali, barbabietole e girasole, che l'Italia può produrre in abbondanza e che l'aumento dei prezzi del greggio rende più competitivi, soprattutto alla luce del contributo che possono offrire al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto con la riduzione delle emissioni di gas serra.
La proposta di legge di iniziativa popolare – continua la Coldiretti – prevede l'incentivazione alla produzione di un milione di tonnellate di biodiesel dalle coltivazioni agricole nazionali che, miscelate nei distributori tradizionali al 5 per cento, possono assicurare a circa 10 milioni di auto l'autonomia per un intero anno con 20.000 km di percorrenza. «Si tratta di un'iniziativa coerente con l'ambizioso obiettivo fissato dall'Unione Europea di sostituire entro il 2005 il due per cento dei consumi totali di benzina e gasolio da autotrazione con biocarburanti, per poi salire al 5,75 per cento entro il 2010, per far fronte agli impegni assunti con la firma del protocollo di Kyoto».

lunedì, gennaio 02, 2006

Italiani si, ma sempre con più nomi stranieri.

In questi anni l'anagrafe, sta avendo un'escalation di registrazioni di bambini con cognome italiano ma con nome straniero. La cosa mi ha sempre lasciato perplesso, anche perchè diversi genitori sono imbattibili quanto a fantasia, e scelgono nomi impronunciabili per noi italiani. Non faccio esempi perchè rispetto tutte le scelte, ho solo dei dubbi sul senso di quest'abitudine sempre più diffusa. E voi? che ne pensate?